LA CINA COMUNISTA TRA I PIU' GRANDI GENOCIDIO DELLA STORIA


Storia

Di Pietro Minute

Nato a Shaoshan, nella provincia di Hunan, da una famiglia di contadini. Durante la rivoluzione cinese del 1911, che portò all’abdicazione dell’Imperatore Pu Yi, e portando fine ad un impero esistente da più di 2.000 anni e in particolare ad una dinastia, quella dei Qing (che durò più di 300 anni), prestò servizio nell’esercito provinciale della sua regione, fu in quel momento che iniziò a sviluppare idee anarchiche.


Nel 1918 si diplomò a Changsha e viaggiò verso Pechino durante il movimento del 4 maggio 1919 (un movimento studentesco anti-imperiale) e frequentò l’Università di Pechino e lavorando come assistente nella biblioteca universitaria, sposando più tardi la figlia di un suo professore, Yang Kaihui da cui ebbe 2 figli, la moglie però venne imprigionata e uccisa nel 1930 dalle truppe di Chiang Kai-Shek.


Nel 1927 sfuggì al terrore Bianco (attacchi di nazionalisti e imperialisti ai danni dei comunisti) e guidò a Changsha una rivolta che fallì e riuscì miracolosamente a scappare mentre veniva condotto all’esecuzione e si rifugiò con una piccola banda di guerrieri a suo comando nelle montagne dello Jinggang dove dal 1931 al 1934 fondò la Repubblica Sovietica Cinese del quale venne eletto presidente. In questo periodo sposò He Zizhen. Con l’aiuto del generale Zhu De costruì un piccolo esercito guerrigliero che lo vide costretto a scappare a Jangxi e poi Shaanxi. 


Dopo aver subito pesanti perdite e devastanti situazioni a causa dell’occupazione Giapponese fino al 1945, (che portò alla devastazione dell’esercito Cinese e di numerosi campi e di enormi uccisioni di massa civili commesse dai giapponesi, come il massacro di Nanchino, e una serie di atti criminosi che portarono alla morte circa 10.000.000 di cinesi) la guerra civile già in corso, quasi completamente accantonata, portò nel 1946 ad una ripresa del conflitto, che si sarebbe prolungata fino al 1950 che vide il governo nazionalista in ritirata a Taiwan e la morte di 3.200.000 tra soldati e civili.


Divenne presidente del Partito Comunista Cinese e della sua Repubblica dal 1945 fino al 1976, anno della sua morte. 



RIVOLUZIONE AGRARIA



La Rivoluzione Agraria cinese, era una campagna di Mao attuata durante l’ultima fase della guerra civile e i primi anni dell’odierna repubblica Popolare Cinese e prevedeva la redistribuzione della terra ai contadini.


Coloro che sono stati uccisi sono stati presi di mira sulla base della loro sociale, e le uccisioni di massa continuarono per quasi tutti i 30 anni di trasformazione sociale ed economica della Cina alla fine delle riforme, la classe dei proprietari terrieri era stata in gran parte eliminata dalla Cina continentale o era fuggita a Taiwan (circa 2 milioni). Nel 1953 la riforma fu quasi completata, tranne che per le regioni occidentali (Xinjang, Tibet, Qinghai, Sichuan. Dal 1953 in poi, il Partito Comunista Cinese iniziò ad attuare la proprietà collettiva dei terreni espropriati attraverso la creazione di "Cooperative di produzione agricola" che trasferivano i diritti di proprietà dalla ex classe dei proprietari terrieri allo Stato cinese. La redistribuzione delle terre fu però un fallimento in termini di produzione e venne rimpiazzata da un nuovo sistema nel 1962. 


Un funzionario riferì che furono uccisi circa 190.000 proprietari terrieri sono nella provincia di Guanxi e in molti villaggi, le donne dei proprietari terrieri venivano "redistribuite" come concubine o figlie per i contadini o costrette a sposare i persecutori del marito. Si stima che i decessi (che avvennero tramite sotterramento di persone vive, strangolamento, impiccagione, fucilazione) siano stati a cifre minime circa 800.000 e a cifre esagerati anche 5 milioni, lo stesso Mao disse che la riforma aveva causato la morte di circa 2 o 3 milioni di persone.



LA GRANDE CARESTIA CINESE DEL 1959


La grande carestia cinese è ampiamente considerata come la carestia più mortale e uno dei più grandi disastri provocati dall'uomo nella storia umana, I principali fattori che contribuirono alla carestia furono le politiche del “grande balzo in avanti” (politiche economiche che furono a attuate per trasformare il sistema economico in maniera più efficace) che vennero attuare dal 1958 al 1962.


Oltre ai morti per fame e alluvioni, il peso della carestia interessò senz'altro la ridotta natalità degli anni successivi. Le stime ufficiali della catastrofe indicano 15 milioni di morti per fame e malnutrizione. Un’altra delle pazzie imposte in quei momenti difficili fu la “Campagna di eliminazione dei quattro flagelli” i cittadini erano chiamati a distruggere e uccidere 4 tipologie di animali selvatici (topi, mosche, zanzare, passeri) che mangiavano i semi del raccolto, al fine di proteggere i raccolti. Questa campagna è fallita e ha provocato un aumento della popolazione di insetti mangiatori di raccolti, che ha avuto un impatto negativo sui raccolti di produzione: i contadini furono incaricati di fare rumore (battendo pentole, vasi o tamburi) per spaventare gli uccelli e impedire loro di posarsi sugli alberi, fino a cadere a terra morti per lo sfinimento. I nidi furono divelti, le uova distrutte, i pulcini uccisi e furono uccisi circa 8.000.000 di esemplari, causandone la quasi totale scomparsa nel paese. Poi la caccia ai passeri fu spostata da Mao alle cimici e delle cavallette, senza successo.


 Dal 1957 il Partito Comunista iniziò a segnalare una produzione eccessiva di grano a causa delle pressioni dei superiori, ma nel Sichuan e nel Gansu la resa del grano diminuì di 4.723 tonnellate in 5 anni.


Fin dai primi anni ottanta il governo cinese affermava, cosa evidenziata dal nome "Tre anni di disastri naturali", che la carestia fosse stata in massima parte dovuta a una serie di sfortunate cause naturali alle quali si erano aggiunti alcuni errori di pianificazione. Nel 1958 ci fu una notevole inondazione del Fiume Giallo che colpì le province di Henan e Shandong, colpendo 1708 villaggi e 741.000 persone inondando mezzo milione di acri di campi coltivati. Sul posto venne inviata una squadra di soccorso di oltre 2 milioni di persone. Questo portò più tardi ad una grande siccità a causa della mancanza di acqua a seguito dell’alluvione e che portò ad una serie di altre piccole siccità nel 1963, 1965 e 1967. In totale si stimano almeno 30 milioni di morti di cui 15.000.000 morti di fame.



RIVOLUZIONE CULTURALE


Dopo il fallimento del “Grande Balzo in avanti” e i milioni di morti a causa della grande carestia, le politiche di Mao furono molto criticate e Mao lasciò le responsabilità future a Liu Shaoqi e Deng Xiaoping nel 1962. La prima avvisaglia che Mao non aveva intenzione di accettare l'emarginazione dal potere governativo avvenne nel 1962: Egli attaccò, in maniera indiretta, i suoi oppositori. 


Quando Mao vedeva che stava rischiando di essere emarginato dalla dirigenza del partito, reagisce con una mossa estremamente audace: nel 1966 invita tutti i giovani studenti, in particolare i figli e le figlie degli operai poveri e dei soldati a realizzare una “rivoluzione culturale”: ma li esorta ad abbandonare ogni timore e a mettere in discussione i dirigenti del partito tutte le volte in cui il loro comportamento sia giudicato sbagliato. I giovani delle scuole superiori e università accolgono questo appello con un incredibile entusiasmo. Molti formano gruppi autonomi “guardie rosse”. I membri della complessa costellazione di questi gruppi giovanili furono veicolati dal “testo sacro” (il libretto rosso di Mao”. Il grande movimento sferra attacchi contro le massime autorità del partito, compreso Deng Xiaoping che viene costretto a lasciare l’incarico e andare a lavorare in fabbrica, altri formalmente accusati vengono condannati al carcere. Il movimento riceve il solo appoggio del ministro della difesa Lin Biao e dell’esercito che da lui dipende che si sarebbe dovuto preoccupare di mobilitare le masse di studenti dove fosse necessario. Queste proteste sfociarono spesso in scontri e in certi casi a veri e propri massacri: iniziarono le lotte a Shanghai con decine di morti e un migliaio di feriti. Le armi utilizzate includevano 18.770.000 pistole, 2.720.000 granate, 14.828 cannoni, milioni di munizioni autoblindati e carri armati. Lotte violente si ricordano a Chongqing, Sichuan, Xhuzhou e i massacri più cruenti furono quelli del:


Il massacro del Guangxi (decapitazioni, sepolture dal vivo, lapidazioni, annegamenti, ustioni con acqua bollente, sventramenti, estrazioni di cuore, fegato, genitali, e persino casi di cannibalismo) solo nel 1983 si verrà a scoprire che i morti furono 89.700, 20.000 scomparsi e 30.000 corpi non identificabili


L’incidente della Mongolia Interna (altri massacri con marchi con ferri caldi, impiccagione, taglio di lingue) circa 16.000 morti, 81.000 feriti e disabili permanenti e 346.000 arrestati durante l’epurazione (il 75% era mongolo)


Massacro di Guangdong avvenuto da un insieme di massacri quali


Il massacro di Yangjang (3.573 persone uccise)


Incidente di Canton (300 morti)


Incidente Anti-Peng Pai (160 morti, 3.000 feriti, 800 rimasti storpi a vita)


Massacro della Contea di Dan (700 morti, 10.000 arrestati, 500 case bruciate)


Massacri a Yangchun, Wuhua, Lianjiang, Meizhou, Zhaoqing, Qingyuan (7.000 morti)


Il Caso Spia di Zhao Janmin dove dal 1968 al 1969 17.000 persone vennero uccise 61.000 ferite nella sola Kunming e 1.473 uccise e 9.661 feriti (oltre 1.387 milioni di persone coinvolte, ovvero il 6% di tutta la popolazione della regione)


Massacro della Contea di Dao (4.519 morti tra cui 326 suicidati, e 2.146 feriti e disabili permanenti


L’incidente di Shadian (1.600 civili uccisi, inclusi 300 bambini: 4.400 case distrutte) contro il popolo Hui



AGOSTO ROSSO


L’ultimo massacro che segnò la fine del terrore di questa rivoluzione culturale fu l’agosto Rosso di Pechino:


Il 5 agosto 1966, Bian Zhongyun, vice preside della "Scuola superiore sperimentale di Pechino", è stato picchiato a morte dalle Guardie Rosse. Il 18 agosto Mao incontrò la giovane donna leader delle Guardie Rosse Song Binbin a Tienanmen, a Pechino durante i massacri, Mao Zedong si è pubblicamente opposto a qualsiasi intervento del governo al movimento studentesco, e anche Xie Fuzhi, ministro del Ministero della Pubblica Sicurezza, ha ordinato di proteggere le Guardie Rosse e di non arrestarle. Fortemente incoraggiate, le Guardie Rosse hanno iniziato la loro massiccia uccisione in città. Anche qui frustrate, strangolamenti, calpestamenti, bolliture, decapitazioni etc.


In particolare, il metodo utilizzato per uccidere la maggior parte dei neonati e dei bambini era quello di sbatterli a terra o di tagliarli a metà. Molti si suicidarono dopo le persecuzioni, tra cui il famoso scrittore Lao She. Morirono almeno 10.000 persone e 92.000 case furono saccheggiate e 125.000 famiglie esiliate dalla città.


Si riportano almeno 500.000 morti diretti e lo stato di terrore, sebbene fu attivo prevalentemente solo nel 1966/67, proseguì in maniera molto più tenue fino al 1976, anno della morte di Mao.



LAOGAI


istituito da Mao Zedong negli anni 1940, l'universo concentrazionario cinese ha costretto 50 milioni di persone (tra intellettuali, operai, studenti e contadini) a una vita d'inferno nel corso degli ultimi ottant'anni. questi campi si chiamano Laogai ed erano dei veri e propri campi di concentramento: qui vennero arrestato milioni di cinesi di cui almeno 7.000.000, durante il governo Mao, morirono. I detenuti sono privati dei diritti civili e non ricevono salari. oLa condanna al laojiao ("rieducazione attraverso il lavoro") è riservata a coloro che hanno compiuto reati minori, per cui non sono legalmente classificati come criminali. I condannati conservano i diritti civili e percepiscono un modesto salario. Il sistema del laojiao viene spesso attaccato come lesivo dei diritti umani e civili. A questo tipo di condanna è infatti associato un iter giudiziario semplificato (e quindi potenzialmente più arbitrario), che permette alle amministrazioni e alla polizia locali di recludere persone senza processo. I detenuti "laogai" e "laojiao" non raramente vivono negli stessi complessi e lavorano insieme, e si distinguono soprattutto perché i primi indossano un'uniforme e hanno i capelli rasati.


La gente è costretta a lavorare 18 ore al giorno con obbligo di rispettare determinate quote produttive, sottoposti a soventi torture con sistemi punitivi e coercitivi e denutriti. I campi di concentramento cinesi in Cina sono circa 144.



Ricordiamo che i cinesi stanno commettendo un genocidio culturale ai danni del popolo tibetano e uiguro (circa 400.000 di tibetani sono morti a causa dell’occupazione cinese in 80 anni e il 90% del loro patrimonio artistico, culturale e religioso è stato distrutto. Anche gli Uiguri, che non vengono uccisi, sono comunque costretti a vessazioni e soppressioni culturali volte a incentivare l’islamofobia e l’introduzione di quasi 800.000 Uiguri in campi di rieducazione per eliminarne a livello mentale l’origine culturale omologandola a quella di stato cinese.


Nel 1967 morì Mao. Nel 1968 il presidente Liu Shaoqi venne ucciso a causa della prigionia per diabete non curato dalle guardie Rosse.



POLITICA DEL FIGLIO UNICO


Quando nel 1949 nasceva la Cina comunista, e la tradizione era quella delle famiglie numerose: un detto di Confucio recita “Più bambini significa più felicità, i bambini avuti portano presto la felicità”. Furono introdotte forti politiche a favore della natalità: sussidi per i bambini e la proibizione dell'aborto, della sterilizzazione e dei metodi contraccettivi.


Nel 1953 i divieti furono banditi, fu concesso l'uso dei contraccettivi e, in casi particolari, l'aborto; nel 1957 l'accesso all'aborto legale divenne più facile. Nel 1962 il boom di nascite preoccupò il governo, che decise di cominciare una politica di pianificazione familiare nelle aree urbane più densamente popolate. Nel 1973 fu lanciata la prima vera politica di controllo delle nascite, la sovrappopolazione era ormai considerata “un ostacolo allo sviluppo e alla modernizzazione”. 


Nel 1979 la Cina accoglieva circa un quarto della popolazione mondiale con a disposizione solo il 7% della superficie coltivabile, i due terzi dei cinesi avevano meno di trent'anni e la generazione del baby boom nata negli anni Cinquanta e Sessanta entrava nell'età riproduttiva. 


Nel 1979 fu introdotta la regola del figlio unico, sperimentata già precedentemente, e furono stabiliti i target di crescita nazionale che prevedevano una popolazione di 1,27 miliardi nel 2000 e il raggiungimento della crescita zero per lo stesso anno. La politica della pianificazione familiare consisteva in un insieme di regolamenti atti a controllare la giusta dimensione delle famiglie cinesi: i matrimoni ritardati, le gravidanze posticipate e l'attesa di un periodo abbastanza lungo (quattro o cinque anni) tra un figlio e l'altro, erano gli elementi principali. Per supportare un simile impianto e garantire il rispetto delle regole fu creata una nuova struttura verticale separata, la “Pianificazione Familiare”, che fino ad allora era gestita localmente dal sistema sanitario.


A partire dagli anni ottanta il controllo statale fu leggermente ridotto e, nel 1984, fu concessa maggiore flessibilità a livello provinciale sulla possibilità di avere due figli. La legge abolita nel 2013 è stata ripianificata da Xi Jinping nel 2022 con il massimo di 3 figli.


Così si evitò la nascita di circa 400.000.000 di bambini in 40 anni.


(Articolo di Michael Carbone sul Nuovo Ordine Mondiale cinese: https://ribellenonconforme.blogspot.com/2023/09/il-nuovo-ordine-mondiale-socialista.html)



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