DESTRA O SINISTRA: LO SPETTRO DEL SIONISMO NELLA POLITICA OCCIDENTALE
Di Pietro Minute
Negli ultimi anni, specie durante l’aggressione israeliana ai danni di civili a Gaza in risposta all’attacco (farsa) del 7 ottobre 2023, hanno provocato un punto di svolta nel modo di vedere la situazione palestinese in tutto il mondo.
Nel mondo occidentale abbiamo visto la completa anomalia ideologica che ha afflitto tutti i partiti: i partiti di destra, che, senza usare mezzi termini, sono storicamente antisemiti (non solo per la questione nazista e fascista, ma anche per il perpetuo conservatorismo che li ha visti da sempre distanti dalle necessità delle comunità ebraiche europee, in contrasto con le nuove politiche illuministe di Napoleone, che saranno poi anche le prime manifestazioni di quella che in futuro si sarebbe potuta definire “sinistra”). Tuttavia i partiti di destra in tutta Europa, non hanno esitano mai a sostenere lo stato d’Israele e il suo diritto ad esistere, trascurando, minimizzando o addirittura giustificando la sistematica morìa di civili che questo stato, per decenni ha dovuto compiere per “esistere”.
Al contrario, i partiti di sinistra, (a larghe linee) si sono schierati più a favore con la Palestina o per lo meno ad un dialogo più aperto che in qualche modo includesse una maggior vicinanza ai palestinesi. La sinistra tuttavia, che talvolta si è mobilitata in piazza per la Palestina, si è dimenticata che ella stessa, come ideologia politica è stata creata da ebrei, in particolare da ebrei sionisti quali Karl Marx: la sinistra internazionale socialista fu inoltre la prima a riconoscere lo stato d’Israele (Stalin con l’Unione Sovietica, seguito subito dopo da tutti gli stati del patto di Varsavia) e lo stesso Israele fu guidato almeno per il primo ventennio della sua esistenza, da entità politiche prevalentemente laburiste, ergo, di sinistra.
Questi cortocircuiti ideologici non sono stati avvertiti da nessuno a parte da quelle persone che già precedentemente avevano capito lo storico inganno dei partiti occidentali.
Se noi mettiamo a confronto le politiche e gli obbiettivi politici dei partiti di destra e di sinistra, scopriamo che non ci sono differenze sostanziali: entrambi si dicono a favore dell’aumento degli stipendi, dell’abbassamento dell’età pensionabile, dei diritti, il contrasto alla corruzione e alla mafia.. tutti promettono le stesse cose e tutti, una volta saliti al potere, non le mantengono.
Questo avviene per il fatto che i partiti politici tradizionali, al contrario di ciò che pensano quelli che si ostinano a votarli, non esistono: gli odierni partiti politici e l’attuale sistema politico, personalità politiche in primis, sono delle coppie sputazzate di loro stessi, essi fanno parte di uno stesso regime transnazionale di stampo globalista e liberale.
Questi partiti operano in nome del liberalismo con un solo obbiettivo: quello di omologare l’umanità intera ad uno stato di perenne assenza di capacità cognitive.
Essi si dividono in due principali correnti volte a dividere il popolo (vedasi la tecnica del Divide et Impera) e che, in maniera indiretta, portano alla stessa entità politica.
Da una parte abbiamo la destra neocon liberale, divisa a sua volta in una destra più moderata, europeista, liberale, a favore di un’inclusività e decisamente schierata per una linea progressista ai danni della sovranità individuale delle Nazioni, e una destra più sovranista-populista, che, pur collaborando con la prima menzionata “destra moderata”, attira i voti della maggior parte degli operai e delle persone di livello intellettuale medio-basso, frustrati dalle politiche di sinistra deludenti e “anti-popolari”. Questi partiti, seguendo le ondate di impopolarità delle politiche attuate dai governi centrali e soprattutto da quelli UE, attraggono un gran numero di voti e quando questi, con l’aiuto dei più piccoli e meno apprezzati partiti di destra moderata, salgono al governo, iniziano però a praticare politiche quasi opposte a quelle che si erano prefissati di attuare quando erano in campagna elettorale: sovranisti e populisti, finanche nazionalisti, una volta saliti al potere (fatti salire al potere) diventano più realisti e progressisti e per giustificare il repentino cambio di rotta della loro ideologia, come scusante trovano quella dell’impossibilità di poter agire senza un concreto supporto diplomatico e soprattutto finanziario da parte dell’UE. Non risolvono i problemi attuali dando la colpa ai governi precedenti, senza però tuttavia dare concrete risposte o quanto meno fattibili proposte, per migliorare la situazione, anzi, la peggiorano.
Una volta appreso che tali governi erano delle mere truffe, il popolo, che decide di astenersi in massa per delegittimare lo stato, viene annebbiato dalle propagande di tali partiti che minacciano riguard l’imminente pericolo dell’astensionismo che permetterebbe alla sinistra di andare al potere: “se non votate a destra, gli unici che andranno a votare saranno i sinistri, che manderanno al potere i loro amici comunisti!” e, di controrisposta: “se non votate a sinistra, gli unici che andranno a votare saranno quelli di destra, che manderanno al potere i loro amici fascisti!”
La sinistra si divide a sua volta in due correnti: quella minoritaria, ormai quasi inesistente, almeno in Italia, composta da pochi e poco conosciuti partitini che si definiscono di sinistra tradizionale, quella a stampo socialista di ispirazione sovietica, talvolta anche stalinista, e quella principale, che è invece liberale, progressista, anti-sovranista, gay-friendly, laica e a favore delle minoranze e dell’immigrazione incontrollata. Essa pratica politiche di indottrinamento mentale a partire dai bambini attuando le sopra citate politiche gay-friendly, introducendo la teoria gender nelle scuole, e il “femminismo tossico” tra le ragazzine.
Entrambe queste due fazioni: (destra e sinistra) si possono fregiare del titolo di liberali, favorevoli al libero mercato, e soprattutto, favorevoli alla compatta alleanza atlantista che non prevede la valorizzazione delle tradizioni europee contro il nemico principale dell’occidente (che non è né il nazismo né il fascismo, né il comunismo, ma, per l’appunto, il liberalismo) ma la creazione di un fittizio “Stato d’Europa” nato per eliminare non tanto le differenze quanto le origini e le radici individuali dei popoli millenari europei, e con essi non solo la perdita della conoscenza del proprio passato, (cosa che viene in parte eliminata grazie alla cattiva istruzione imposta dalle scuole) ma anche di prospettive per il futuro.
Così mentre i partiti populisti di destra europei sono forze politiche intrise di pensiero liberal-sionista (dunque non fascisti, come la sinistra vuol far credere) i partiti progressisti di sinistra europei sono forze liberal-progressiste, di matrice sionista (dunque non antisemite e comuniste, come la destra vuol far credere) si ha così un’idea chiara dell’origine di tali partiti e di conseguenze dell’intero esecutivo europeo a partire dal 1945: il liberal-sionismo di stampo globalista:
Sono liberali perché uniti nella lotta contro le “oligarchie” orientali che minacciano l’idea di libero mercato proposta dai liberali, sia di destra che di sinistra, e perché sono tutti, in fondo, compattati a condannare lo stesso nemico (i famosi stati canaglia quali Iran, Russia, Siria, Cina, Corea del Nord) e ad osannare gli stessi alleati (ucraini, in Europa e i vari movimenti ribelli nei Paesi prima citati, e il “Messia tra le Nazioni”: gli USA) e tutti compattati nel giurare fedeltà all’Atlantismo e all’America, che abbiamo già detto prima, auto-identificata come unica potenza mondiale in grado di fare gli interessi economici per conto degli Europei in tutto il mondo, anche se, nei fatti, essi non hanno mai fatto gli interessi degli Europei.
Sono sionisti perché entrambe queste fazioni politiche sono fedeli, in quanto filo-atlantiste, all’idea che qualsiasi paese non allineato all’ideologia sionista, sia automaticamente nemico degli interessi europei (americani). Questi partiti sono talmente filo-sionisti che si accusano a vicenda su chi è più antisemita o su chi è più fedele alla causa sionista. (vedasi in America, dove letteralmente i partiti Repubblicani e Democratici si scannano a vicenda da decenni per capire chi sia più vicino ad Israele dell’altro) e vedono in Israele non solo un loro alleato economico ma anche un “faro di luce” per la civiltà occidentale in quanto unica “democrazia” del Medioriente pronta a contrastare anche militarmente ogni Stato “non allineato” ai voleri dell’Occidente nella regione. I sionisti d’Israele a loro volta gongolano impuniti, confidando nella completa credulità religiosa dei cristiani, che a loro volta sono fedeli alla corrente di pensiero imposta della loro ipotetica radice “giudaico-cristiana” dicasi “cattocomunisti” (credenti che però non si definiscono tradizionalisti, ma spesso di centro-sinistra).
Gli stessi papi, negli ultimi tempi sono a loro volta soggetti ad una censura di pensiero per quanto riguarda il sionismo in quanto la religione cattolica gode delle stesse origini dell’ebraismo.
Molti tuttavia ci tengono a sottolineare, in particolare nell’ala del “dissenso” la differenza tra ebraismo e sionismo (avendo loro da anni paragonato l’occidente come un regime nazista, e avendo loro supportato Putin nella sua lotta contro il nazismo in Ucraina, hanno ritenuto un controsenso ritenersi anti-nazisti ma allo stesso tempo condannare gli ebrei in maniera indiscriminata in pieno stile nazista) quando sostanzialmente ebraismo e sionismo viaggino in parallelo: anche se la maggior parte dei sionisti non sono ebrei, la maggior parte degli ebrei sono sionisti, credenti o meno, laici o ortodossi, di sinistra o di destra. Lo stato d’Israele, così come la stragrande maggioranza degli ebrei risiedenti in America, sono favorevoli alle politiche sioniste che, a dire il vero, non potrebbero non esistere senza l’ebraismo.
L’idea di Grande Israele come principale obbiettivo del sionismo, è un’idea maturata dalla sua origine biblica, e quindi, anche se non propriamente parte dell’ebraismo, il sionismo ha origine dall’ebraismo. Prendiamo esempio da Ben Gurion, primo presidente d’Israele e primo ministro per diversi anni laburista, laico, non andava mai in sinagoga, mangiava maiale, eppure era un sionista, dunque seguiva un’ideologia nata da un’interpretazione religiosa.
La destra si fa poi baluardo di queste presunte origini giudaico-cristiane europee e islamofobe oscurando il fatto che ci sono molte più peculiarità tra cristianesimo e islamismo che non tra cristianesimo e giudaesimo. In realtà ci sono molte più peculiarità tra islamismo e cristianesimo: entrambi venerano Gesù (chi come figlio di Dio, chi come profeta) entrambi venerano la figura di Maria, entrambi hanno adottato una filosofia per descrivere il proprio credo, entrambi hanno lo stesso Dio “UNICO”. Al contrario dell’ebraismo, che non riconosce la figura di Maria, né di Gesù, ne i principi filosofici del cristianesimo e dell’islam, questi sedicenti “cattocomunisti” o “credenti sionisti-populisti” pretendono di avere ragione, dicendo che questi sono esempi “decontestualizzati” quando in realtà sono loro a non aver capito niente né dell’ebraismo, né dell’islamismo, né del cristianesimo.. insomma non hanno capito un cazzo.
Questa grande ideologia liberal-sionista che regna sovrana in tutti i paesi occidentali, può essere definita come sionismo internazionale (per non dire “Ebraismo Internazionale”, troppo somigliante a “l’Ebreo Internazionale” opera letteraria dalle grandi demarcazioni antisemite, scritto dall’imprenditore Henry Ford)
Questa teoria del Sionismo Internazionale cozza perfettamente con quella che è in realtà l’ideologia del liberalismo.
Da una parte la sinistra sionista liberale e progressista, che supporta in pieno l’immigrazione da paesi del terzo mondo, sinistra tra l’altro finanziata da grandi corporation e “Oligarchi” occidentali, tra cui la Rockefeller Foundation e, prima tra tutti, la Open Society di George Soros (ebreo ungherese).
Dall’altra, la destra populista sionista e liberale che va contro all’immigrazione da paesi del terzo mondo, però chiude gli occhi alle impunite azioni criminali di Israele e America che, destabilizzando i paesi in Medioriente e in Africa, sono i principali creatori della “crisi migratoria” che porta proprio in Europa orde di immigrati.
Nell’occidente la destra esiste solo come alternativa pseudo-sovranista/populista che non è altro che lo spettro della sinistra liberale. Non ci sono differenze effettive:
dicono le stesse cose,
fanno le stesse cose,
hanno gli stessi obbiettivi
Sono pagati dal medesimo padrone.
destra e sinistra in occidente sono due facce dello stesso shekel, tutte e due mirano all’espansione del suddetto “ebraismo internazionale”.
(Questo articolo è l’estratto di un libro dell’autore, che deve ancora essere pubblicato).
Commenti
Posta un commento