CLUB 33, LA LOGGIA MASSONICA DI WALT DISNEY?

 




Cultura  


Di Michael Carbone 


Il 17 luglio del 1955 Walt Disney innaugura ad Anaheim Disneyland, il primo di una lunga serie di parchi divertimento dedicati al mondo Disney.

Dal 1955 ad oggi il parco ha subito numerose metamorfosi, molte attrazioni sono state aperte e tante altre chiuse.

Ciò che tuttavia non molti sanno è che all’interno del parco di Los Angeles e di Tokyo è presente un’area del tutto esclusiva, dedicata a pochi “eletti”. Si tratta dell’edificio del Club 33, il prestigiosissimo club Disney voluto e fondato da Walt Disney in persona.



     Il primo parco Disney ad Anaheim,                         California, 1955



     Il Club 33 nel parco Disney di Tokyo 


Ufficialmente il club è segreto, se si chiede alla maggior parte dei cast member di Disneyland dove poterlo trovare questi probabilmente non sapranno nemmeno della sua esistenza o forse, pur sapendolo, faranno i vaghi dicendo di non conoscerlo.


Eppure il Club si nota e si trova proprio affianco al Ristorante Baia Blu, al numero 33 di Royal Street, unico edificio ad avere un numero civico di tutto il parco.

Altro elemento a renderlo singolare è che se si va in visita al parco l’unico posto dove troverete alcolici è proprio al ristorante del 33, nel resto dei locali dei parchi Disney l'alcol è proibito - essendo un posto per famiglie - al club 33 si trovano alcolici pregiati di ogni tipo, a patto che si è membri del Club altrimenti bisogna  accontentarsi di Coca Cola e altre bibite.





Perché fu nominato "Club 33"?

Il perché Walt Disney abbia scelto un nome tanto criptico è tutt'oggi un mistero, ma non mancano tuttavia numerose teorie.

Una delle più plausibile vuole che il nome renda omaggio agli sponsor del parco al momento della sua apertura che, ma pensa un po’, erano proprio 33, numero importante nell'esoterismo.

Tra questi sponsor vi sono CocaCola, United Air Lines, Pepsi, Bank of America, ecc.

Il club non ha solo iscrizioni nominali, ma da infatti la possibilità di iscriversi anche alle società e il Club inizialmente nasce proprio come VIP Lounge per le elite delle corporation fondatrici.

Si tratta quindi del unico posto nel parco ad offrire alcolici e una legge dello Stato della California sancisce che ogni licenza per alcolici debba essere collegata ad un numero civico ben preciso. Da ciò l’esigenza che il Club disponga di un suo civico. Ma quindi perchè proprio 33?

Provando a rovesciare un 3 infatti viene fuori  una m. M.M. "Mickey Mouse", abbastanza curioso come dettaglio.



                Pupazzo di Mickey Mouse con
                stemma del Club 33

              
                   Portachiavi con raffigurato
                   Mickey Mouse del Club 33


Altre ipotesi invece vogliono  che 33 sia un riferimento al 33° grado del Rito Scozzese, il più alto grado della Massoneria. E non a caso Walt Disney era proprio iscritto alla massoneria dei Rosacroce. 



          Prima pagina della rivista DeMolay                        Cordon con Walt Disney
          Sponsorizzato dal Masonic Stamp Club
          Di New York 

  
      Walt Disney - indicato dalla freccia -                      durante  una riunione dei Rosacroce 


Alcuni riferimenti alla massoneria vi erano addirittura nei fumetti di Topolino. 

Il numero 34 della collezione "Gli anni d’oro di Topolino", pubblicata dalla Rcs Quotidiani fa cenno, riproducendole la tavola iniziale, a una serie del tutto sconosciuta in Italia. Si tratta di Mickey Mouse Chapter, realizzata a partire dal dicembre 1932 da un animatore e disegnatore della Walt Disney, Fred Spencer. La particolarità di questa serie di Topolino è che è apparsa su una pubblicazione massonica, l’International DeMolay Cordon, e che in queste storie a fumetti il topo più famoso del mondo aderisce all’organizzazione giovanile della massoneria, anzi ne fonda una loggia.

     Vignetta di Mickey Mouse sul International         DeMolay Cordon

La massoneria statunitense si è preoccupata per tempo del reclutamento dei nuovi membri fondando nel 1919 a Kansas City l'Ordine Internazionale di DeMolay, aperto ai ragazzi dai 12 ai 21 anni, cui sono insegnati i principi massonici e che li si "addestra" per l'adesione alla massoneria. La simbologia è patriottica e vagamente cavalleresca, molto massonico è il riferimento ai templari e al loro Gran Maestro Jacques de Molay.


     Riunione dell'Ordine di DeMolay


 Alcuni storici pensano che de Molay fosse in realtà un buon cattolico, ingiustamente calunniato e mandato a morire sul rogo dal re di Francia Filippo il Bello, che - forse bello, ma certamente squattrinato - voleva impadronirsi delle favolose ricchezze dei templari. Ma nella simbologia massonica settecentesca e ottocentesca de Molay diventa - in modo piuttosto anacronistico - un campione del libero pensiero, vittima dell’alleanza della monarchia di Francia e della Chiesa Cattolica, e i massoni s’impegnano a vendicarlo combattendo i troni e gli altari. L'organizzazione giovanile della massoneria conta ancora oggi diciottomila membri, in cui si è formato per esempio Bill Clinton, e che ha una sua piccola filiale anche in Italia, ovviamente. È nota l’appartenenza massonica di Walt Disney al Club. Meno noti sono l’entusiasmo con cui egli accompagnò le prime attività dell’Ordine DeMolay, e la sua amicizia con il fondatore di questa massoneria per ragazzi, l’imprenditore Frank Sherman Lang Fino a quando compì quarant’anni, benché fosse ormai fuori età, Disney continuò a portare con orgoglio al dito l’anello dell’Ordine DeMolay. Assunse pure come animatore un altro ex-membro del Club DeMolay, appunto Fred Spencer, il quale - con l’approvazione dello stesso Disney - nel 1932 disegnò tavole con Topolino, di specifico orientamento massonico, per l’International DeMolay Cordon. Qui comincia una sorta di mistero, perché di questa serie "segreta" non c’è traccia negli archivi della Walt Disney Company, e lo stesso Ordine DeMolay dichiara di non avere conservato la collezione del bollettino. Gli appassionati della Disney  sono stati in grado finora di recuperarne solo tre tavole. Nella prima Topolino con alcuni amici, fra cui Orazio, fonda un chapter ("capitolo", l’equivalente di quella che è una loggia) del DeMolay. Nella seconda vignetta e nella terza Pluto fa irruzione in una riunione di loggia, creando notevole scompiglio. S’ignora perfino quando la serie sia finita, probabilmente già molto prima della tragica morte di Spencer in un incidente stradale nel 1938 - incidente molto sospetto - Molti dei principali disegnatori e sceneggiatori disneyani non solo non erano massoni ma s’ispiravano a valori piuttosto conservatori e anche esplicitamente cristiani. Dall’altra, nella California dell’epoca in cui Disney diventa massone, negli anni 1920, i membri delle logge sfioravano i centomila. Questo significa che essere massoni - al di fuori dei cattolici, ben consapevoli della condanna da parte della Chiesa, almeno prima del Concilio Vaticano II - in California non era riservato a un’élite: era del tutto comune per i borghesi, e anche per i piccoli borghesi di successo. Una forma - lo hanno notato storici delle idee come Margaret Jacobs - di "sociabilità diffusa", pur sempre massonica come dimostrano i simboli scelti ma lontana dalla forte caratterizzazione ideologica delle logge italiane o francesi dell’epoca. Tranne che nella serie "sparita" di Fred Spencer Topolino, dunque, non è massone, e l’affiliazione massonica del suo creatore non è penetrata nelle storie, specie quelle delle origini, scritte da non massoni e ricche di valori morali, oltre che di delicatezza e di poesia. La serie DeMolay resta dunque solo una curiosità.


Anche i tre porcellini hanno riferimenti esoterici e alla massoneria



Bisogna infatti prendere come riferimento il celebre corto "Silly Symphonies". Il cartone animato è più addolcito rispetto alla favola originale a cui Disney si ispirò, che come tutte le favole originali è piuttosto cruenta: in questa i primi due porcellini vengono mangiati dal lupo, e il lupo stesso muore nel pentolone di acqua bollente. 

Ma Disney seguiva la regola aurea di Kundera sul kitsch, per cui questo rappresenta l'eliminazione della negatività dalla propria vita. Nei cartoni animati Disney non doveva esserci la morte, o quantomeno non doveva essere mostrata direttamente.



Come gran parte delle favole, anche "Three Little Pigs" si prestava già di suo ad un'intepretazione esoterica, poiché tutte le favole raccontano del fantastico e dalla magia, ma il cartone sembra aver spinto ancor di più verso un'interpretazione specificatamente massonica.

L'intepretazione numerologica spesso mostra diverse coincidenze e dove non ci sono ricorrenze dei primi numeri interi dall'uno al dodici o tredici? In questa analisi la ricorrenza del numero 3 non è casuale.

Tradizionalmente i gradi riconosciuti dalla massoneria erano 3 - apprendista, compagno e maestro - ma dopo scismi e divisioni varie si è arrivati in epoca moderna ad accettare la suddivisione del Rito scozzese antico ed accettato che prevede 33 gradi oltre a i primi 3, sostanzialmente un approfondimento della massoneria.

Chi chiede di entrare a far parte della massoneria si definisce bussante, proprio perché bussa alla porta per entrare. Questo bussare è esattamente di 3 colpi e lo troviamo riproposto con 3 note ripetute nella musica del "Il flauto magico (Die Zauberflöte)" di Mozart. Gli elementi massonici in quest'opera sono tanti, al punto da poter considerla massonica. Mozart stesso non solo era massone, ma aveva avuto, da genio qual era, un'ascesa all'interno dei gradi massonici. Ne "Il flauto magico" abbiamo i 3 fanciulli, i 3 schiavi, le 3 dame della Regina della Notte, i 3 templi, le 3 prove, i 3 genietti, praticamente mancano soltanto i 3 porcellini.

Tornando ai porvellini, di conseguenza, alle loro 3 case, ai 3 strumenti e ai 3 tentativi del lupo, abbiamo anche un altro elemento ancor più singolare: i 3 quadri rappresentanti i genitori, laddove questi di solito sono due.

Poi ovviamente c'è la musica, o meglio il suo ritornello, con "big, bad wolf" ripetuto 3 volte:


Who's afraid of the big, bad wolf?

Big, bad wolf?

Big, bad wolf?


Sempre nel corto c'è anche l'elemento della Casa di mattoni.

Nella lingua inglese è importante la differenza tra la parola "house" e la parola "home", per noi italiani indistintamente traducibili con la parola "casa". Visto che il cartone animato in questione è in origine di lingua inglese la casetta dei porcellini può avere diverse interpretazioni.

La casa nel senso di edificio, "house" quindi, non c'è alcun dubbio che sia in muratura cosa non scontata: nella versione delle "Tre ochete" di Coltro la casa inespugnabile era di metallo. Si può notare che perfino il terzo strumento musicale, il pianoforte, hai lati anch'essi fatti in muratura. Un'assurdità dal punto di vista musicale, una coerenza perfetta come simbolismo.

Il terzo porcellino stesso la prima volta che lo vediamo ha in mano un cazzuola, anche questo uno dei simboli utilizzati dalla massoneria di rito scozzese. Quindi il terzo porcellino si può considerarlo come un libero muratore. 




Da tutta questa simbologia infatti non dobbiamo meravigliarci se all'interno dei cartoni animati Disney si trovino dei messaggi subliminali di tipo massonico, satanico e sessuale. Ormai ne ha parlato chiunque di questi dandone diverse interpretazioni e significati. 




Non sorprendiamoci nemmeno se la Disney oggi inserisce elementi della cultura woke e politically cortect per servire la propaganda globalista essendo questa azienda forse la più grande macchina propagandisca del mondo dello spettacolo.

Chiusa questa curiosa parentesi sugli elementi esoterici nelle opere Disney veniamo al Club 33.


Le origini e la storia 



Nel 1964 il massone Walt Disney è in visita al New York World’s Fair ed è lì che nota la presenza di un largo numero di VIP Lounge, aree private in cui i VIP possono trastullarsi allegramente.

È in quel momento che Disney matura il desiderio di dotare il proprio parco di un’area simile, in cui gli ospiti VIP -  che nel parco non sono mai mancati - potessero rilassarsi tra un’attrazione e l’altra.

L’artista Dorothea Redmond fu incaricata di preparare dei concept, mentre gli interni furono arredati dallo scenografo di Hollywood Emil Kurri.

Walt Disney non vedrà mai l’entrata in funzione del Club 33 dal momento che questo ha aperto ufficialmente i battenti solo nel Maggio del 1967, ovvero 5 mesi dopo la sua morte.

Come già detto il Club inizialmente era stato ideato per i vertici ed i rappresentanti dei diversi sponsor del parco, ma al momento della sua apertura oltre alle iscrizioni dedicate alle corporation erano possibili anche quelle nominali.

Le quote di iscrizione vanno dai 25.000$ per le corporation ai 10.000$ per le iscrizioni nominali. Senza contare le quote annuali per mantenere attiva la propria iscrizione.

Eppure non basta affatto essere magnati del petrolio o ipotecare casa e famiglia per poter essere ammessi. I soldi non sono tutto. È richiesta una lettera di presentazione oltre che una forte raccomandazione.

Infatti al di là dei prezzi proibitivi la richiesta è molto alta e nel 2011 si è stimata u na lista d’attesa per essere ammessi nel Club di 14 anni.

Oltre all’accesso al ristorante i soci dispongono di numerosissimi pass per parenti ed amici oltre che di ticket illimitati per saltare le code ai parchi. Inoltre potranno fare il giro del parco a bordo del Lilly Belle, un treno lussuoso.





     Interno del treno Lilly Belle a Disneyland



Questi sono soltanto alcuni dei numerosi benefit, molti altri sono messi a disposizione dei membri e dei loro amici nel corso dell’anno.

Attualmente il Club conta numerosi soci, si va dagli attori di Hollywood - come Tom Hanks - alle pop star per arrivare addirittura ad alcuni ex Presidenti degli States.

Come già detto il Club è situato di fianco al Baia Blu, al numero 33. Il portone non è facile da individuare se non si conosce l’esistenza di questo posto, tant’è che la maggior parte delle persone scambia l’edificio per un semplice elemento scenico.

Suonato il citofono risponderà un portinaio che accertatosi della effettiva appartenenza al club della persona che ha intenzione di entrare sarà ben lieto di aprirci il portone. Una volta dentro ci si ritrova di fronte ad un elegante ascensore francese.




Date le giacche a chi di dovere si potrà dunque utilizzare l’ascensore per salire al primo piano o usare le scale. 

In entrambi i casi, una volta giunti al primo piano, ci si ritrova di fronte alla così detta Galleria, una ampia sala con quadri ispirati a film come "I Pirati dei Caraibi", "Mary Poppins" e "The Haunted Mansion".

Al termine di questa si può trovare un bar dove consumare diversi cocktail e una bacheca con un largo numero di esclusivi gadget acquistabili dai membri del Club.

Questi sono oggetto di attenzione da parte di una larga schiera di collezionisti. Uno dei pezzi più richiesto è sicuramente la giacca in pelle, raffigurante sul retro Mickey Mouse e la scritta Club 33.



Passati oltre si arriva nella sala principale dove poter quindi mangiare.

Se una volta gli ospiti si dovevano accontentare di un ricco buffet adesso agli stuzzichini di questo è stato aggiunto un menù alla carta con servizio direttamente al tavolo.

La sala ha uno stile tipicamente ottocentesco ed è troneggiata da un imponente camino posto in mezzo ad essa.


            Il menù


      Una vista del salone 



Inoltre vi sono alcune porte che conducono ai balconi dove gli ospiti dispongono di una vista di tutto rispetto sul parco. Salendo al secondo piano si trova un ulteriore sala da pranzo detta "la sala del trofeo". Qua si trovano le numerose cimici, oltre che il Condor, un animatronic che era progettato per interagire con gli ospiti ma a quanto ci è dato sapere non è mai entrato in funzione.

Una leggenda dice che Walt Disney si recò in lungo e largo per il New Orleans a caccia di cimeli di antiquariato con cui arredare il Club. Infatti il Club 33 è situato nella via del parco dedicata a New Orleans.

Altri ancora sostengono che Walt volesse trasferirsi stabilmente all’interno del Club ricevendo là le diverse persone con cui intratteneva affari.

Ad ogni modo il Club è pieno di microspie, telecamere nascoste e cimici. Disney voleva infatti spiare i propri ospiti per sentire le loro conversazioni prima di incontrarli.

Come già detto nelle ipotesi sul nome citate non mancano voci su presunti collegamenti con la massoneria e c’è da dire che alcune decorazioni poste sul pavimento e sulle finestre richiamano verosimilmente la simbologia massonica. Quindi, non si può dire al 100% che il Club 33 sia una vera e propria loggia, ma sicuramente una sorta di divisione del Club DeMolay di cui Disney era un fedelissimo.





Fonti


leganerd.com/2014/09/01/club-33-lesclusivo-club-disneyland/

disneydose.com https://disneydose.com › club-33 Club 33- Exclusive Disneyland Club History, Inside Look, Photo Tour


creepypasta.fandom.com https://creepypasta.fandom.com › C... Club 33: A Dark Secret - Creepypasta Wiki - Fandom 


ripleys.com https://www.ripleys.com › weird-news Peek Inside Walt Disney's Secretive Club 33 - Ripley's Believe It or Not!

reddit.com https://www.reddit.com › comments Mickey Mouse starts a DeMolay chapter. The artist was a Freemason ...

masonryandthethreelittlepigs.wordpress.com https://masonryandthethreelittlepigs.wordpress.com Masonry and the Three Little Pigs


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