MOVIMENTO NO-GLOBAL: GLI ANTICAPITALISTI CREATI DAL CAPITALISMO
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Geopolitica
Di Michael Carbone
Bandiere arcobaleno, cori pacifisti, presenza di LGBT, movimenti femministi e pro-abortisti, ambientalisti anti climate change, presenza di sindacati corrotti e centri sociali; vi ricorda qualcosa? Questo fu il movimento No-Global, nato alla fine degli anni '90 dall'estrema sinistra statunitense con l'appoggio del partito democratico dopo gli scontri di Seattle durante la conferenza dell'Organizzazione Mondiale del Commercio.
Oggi, 20 luglio, ricorre l'anniversario degli scontri del G8 di Genova avvenuti nel 2001, a cui seguì anche un violento blitz delle forze dell'ordine nei confronti dei manifestanti.
Ma come abbiamo imparato, il gioco degl scacchi và analizzato, e il Divide et Impera funziona, da sempre.
Molte cose però non tornano, né da parte della narrazione mainstream, né dalla parte dell'allora governo Berlusconi (che va bè, ormai è risaputo) e soprattutto né dalla parte di questo movimento che poi, d'un colpo, sembrò svanire nel nulla. Ma è veramente svanito? No, perché i "no-global" sono mutati nei movimenti woke, progressisti, LGBT e femministi che oggi conosciamo. In pratica: la sinistra cosiddetta "anti- capitalista" è figlia del capitalismo, delle multinazionali e della finanza internazionale in tutto e per tutto. Gli allora anarco-comunisti "anticapitalisti" oggi, sono quasi tutti pro-LGBT, pro-aborto, pro-vax (sieri sperimentali), e nel 2022 anche pro-Ucraina.
Inoltre, i celebri blak bloc delle manifestazioni dei primi anni 2000 non sono affatto spariti. In tutta Europa, difatti, nelle manifestazioni antigovernative non mancano mai i burattini incappucciati dei servizi segreti che creano un po' caos inutile (perché questi soggetti rompono vetrine, auto e bancomat senza mai colpire parlamenti e palazzi del potere, chissà come mai).
Il movimento No-Global, così come i movimenti woke di oggi, sono entrambi figli della cultura degenerata progressista del '68 del sionista marxista Saul Alinsky. Quindi, dove sta la differenza?
Citando un passo fondamentale del libro "Figli di Troika" di Bruno Amoroso, pubblicato nel 2013:
"L’altro obiettivo delle misure messe in atto dalle istituzioni internazionali è la distruzione dei movimenti sociali contro la globalizzazione, mediante la loro frammentazione, la delegittimazione delle loro classi dirigenti e, quando possibile, la corruzione delle loro élite. Valga per tutti l’esempio di quanto è avvenuto dopo i moti di Seattle del 1999, la prima grande protesta pubblica contro la globalizzazione. Ne ha fornito l’informazione necessaria il settimanale The Economist poche settimane dopo l’evento. All’indomani di quei fatti, che incontestabilmente dimostravano il carattere diffuso e popolare della protesta, la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale hanno messo in atto una strategia di recupero del consenso perduto. Questo attraverso un’operazione più di facciata che sostanziale, rivolta a coinvolgere nell’elaborazione dei propri documenti che toccavano i temi più scottanti alcuni degli esponenti della protesta, e lasciando di fatto immutati i mezzi e gli obiettivi delle proprie politiche. E fu così che questi istituti scoprirono improvvisamente il valore della concertazione. Furono istituiti «tavoli» per lo studio e la definizione delle politiche internazionali nei vari settori della governance di maggiore interesse per i movimenti (ambiente, alimentazione, diritti umani, ecc.). Centinaia di esperti, reclutati tra le persone di maggiore spicco nei movimenti, furono assunte da tali organismi (pratica da tempo utilizzata in Italia dai governi di centrosinistra per imbrigliare la critica sociale). I risultati non sono mancati, registra soddisfatto The Economist. La critica di questi movimenti è divenuta meno intransigente, è stata distolta dai grandi temi e dalle connessioni tra squilibri settoriali, interessi economici e sistemi produttivi, si è impelagata nel binario morto di ogni ambizione di riforma che sono i tecnicismi giuridici e le tecniche di regolamentazione".
Non vi sono state inoltre, da parte dei No-Global, critiche serie verso la finanza internazionale, non vi sono mai state critiche verso nomi quali George Soros, Bill Gates, Henry Kissinger, Rothschild, Rockefeller e Morgan. Perché? Riguardo anche alle tematiche ecologiste, esattamente come le associazioni ambientaliste, il movimento era perfettamente in linea con i media mainstream ed ha sposato la tesi indimostrata del riscaldamento globale di origine antropica, provocato dalle emissioni di CO2 da parte degli apparati produttivi. In pratica: i Gretini prima ancora che il fenomeno Greta nascesse.
Stessa cosa per quanto riguarda la sovranità nazionale e monetaria. Un vero movimento antiglobalista avrebbe sicuramente portato in piazza certe tematiche, ma i no-global non lo fecero, visto che la sovranità è proprio ciò di cui i padroni e finanziatori di questo movimento non volevano sentir parlare, allora come oggi.
Per quanto riguarda il G8 di Genova abbiamo due facce della stessa medaglia, i cosiddetti "gatekeeper": da un lato i No-Global, la sinistra progressista, da un altro la riunione annuale globalista appoggiata da un governo che di sovranista non aveva proprio nulla come quello di Berlusconi, amico dell'alta finanza, dell'UE e di Soros, un masso-mafioso puro ex piduista. E poi ci sono le forze dell'ordine, che come sempre vengono viste o come vittime o come carnefici. In questo caso sicuramente carnefici (anche se i media italiani parlano solo della vicenda del G8 e mai, ad esempio, degli degli scontri di Trieste del novembre '53, in cui centinaia di manifestanti del Movimento Sociale Italiano vennero caricati e massacrati dalla polizia, perché la narrazione sta solo da una parte) ma come di consueto burattini anch'essi, utilizzati per la strategia della tensione e del Divide et Impera, incaricati dai servizi segreti per massacrare i manifestanti per poi creare un pretesto delle "vittime" del sistema, e far così che questo movimento potesse un giorno non dissolversi ma anzi trionfare ed evolversi in qualcosa di ben più grande, come oggi sono i movimenti woke. Serviva un pretesto, e nel 2001 è stato creato: è arrivato il progressismo. È lo stesso pretesto che utilizzano i sionisti per colonizzare (o per meglio dire, occupare) i territori palestinesi: gli ebrei sono stati vittime dell'Olocausto e anche delle varie persecuzioni sovietiche, entrambe le persecuzioni create ad arte dai sionisti. Del tipo: "gli ebrei (sionisti) sono stati vittime, e allora sono legittimati a fare ciò che vogliono". Ed è un po' la stessa cosa per quanto riguarda i No-Global: "i movimenti progressisti di sinistra essendo stati vittime di persecuzioni (manovrate ad arte) oggi hanno il pretesto per fare qualsiasi cosa, infiltrarsi nei media e nelle istituzioni per avviare il metodo di lavaggio cerebrale a cui si è arrivati".
Non siete ancora abbastanza convinti? Allora prendiamo come esempio uno dei maggiori esponenti se non fondatore del movimento No-Global italiano: tale Luca Casarini.
Casarini durante le manifestazioni No- Global nel 2001
Casarini fu fondatore del movimento Tute Bianche. Dichiaratamente marxista e progressista, il movimento ebbe vita breve: durò dal 1998 al 2001, venne appoggiato da Rifondazione Comunista, Sinistra Democratica (l'antenato del PD) e dalla CGIL. Insomma, Casarini aveva dei buoni nomi alle spalle.
Oggi Casarini è esponente di Sinistra Italiana, europeista e globalista. Insomma, tutto ciò che Casarini fingeva di combattere.
E c'è molto di più, perché Casarini è oggi tra i maggiori esponenti e membri delle ONG della Open Society di Soros, difatti è attualmente indagato per favoreggiamento all'immigrazione clandestina per la vicenda della nave Mare Jonio
Serve aggiungere altro?







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