RICORDA SEMPRE CHI SONO I COLPEVOLI

 


Riflessione 


Di Michael Carbone


"Tra i governanti quanti perfetti e inutili buffoni"; così cantava il Maestro Franco Battiato, nella sua poesia "Povera Patria". Mi tocca però aggiungere un elemento fondamentale alla frase del compianto Maestro Battiato: "nel popolino quanti perfetti e inutili buffoni". Perché la maggioranza degli italiani che commemorano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non sanno letteralmente di cosa parlano; "È stata la mafia!", urlano. "La mafia è una montagna di Merda!" (come giustamente urlava il coraggioso Peppino Impastato, pur non condividendo le sue idee politiche, anche se parliamo di qualcosa oltre le semplici "idee politiche"). Ma cos'è la Mafia? Qual è la sua origine? Come riportato qui si tratta di una organizzazione centenaria ormai, che non nasce come molti pensano dalle mani e dalle menti di semplici campagnoli del Sud Italia come ormai la cultura popolare è abituata a pensare. Nasce da menti sopraffine, colte, da mani ricche e potenti, e nasce a Milano, nell'alta finanza. Il creatore di Cosa Nostra? Provenzano? Liggio? Riina? No, il massone Giuseppe Mazzini, un Illuminato del 33esimo grado. Quindi il mito di una mafia "di strada", una organizzazione che parte come delinquenza spicciola per poi arrivare ai vertici dello Stato è un mito falsato, in quanto la mafia È il vertice dello Stato. Di chi avesse interesse nell'uccidere Giovanni Falcone se n'è già parlato (suggerisco la lettura di questa intervista all'ex boss Nino Giuffrè), dei contunui scambi di denaro tra Vaticano (IOR), Quirinale, Ministero degli Interni, Washington DC se n'è già parlato ("Segui il flusso del denaro e trovi la mafia", come diceva lo stesso Falcone);






Dei depositi d'armi di Cosa Nostra negli uffici del Ministero della Difesa se n'è già parlato (anche se forse non abbastanza); dei rapporti tra Riina ed Andreotti se n'è già parlato; ma di cosa non si parla? Delle fondamenta. E le fondamenta di tutta questa enorme tragedia che non si limita solo a Capaci o a Via d'Amelio, ma si condensa in un unico grande Stato Profondo spesso e volentieri non le si conoscono. La maggioranza degli italiani, lobotomizzati dalla TV e dai meRdia che elogiano ipocritamente Falcone e Borsellino commentano con un: "sono stati eroi uccisi dalla mafia", e basta. Ormai anche i muli sanno che lo schema e molto più grosso; il problema è che non si ha il coraggio di ammetterlo. Ma il colpevole è uno e soltanto: la Repubblica Italiana. Sì, quella che il 2 Giugno celebrate da bravi servetti, quella nata da un referendum truccato, nata a Palazzo Giustiniani, ovvero la sede del Grande Oriente d'Italia. La costituzione, nata come un trattato massonico. La perdita della sovranità, già dal 1945. Cosa c'è da festeggiare? Accordi segreti, stragi pilotate, strategia della tensione, svendita dei titoli di Stato, tangenti, appalti truccati, e negli ultimi due anni: malasanità, omicidi di massa (parlando di sieri sperimentali e protocolli di "cura" errati), corruzione mediatica generale, politica sempre più becera ed asservita. Però festeggiate. L'onore per cui certi uomini come Falcone e Borsellino sono morti, la vita che hanno sacrificato, dovrebbero essere d'esempio per un popolo ormai sempre più debole e sottomesso. Chi ha dato la vita per sconfiggere la masso-mafia dello Stato Profondo purtroppo in cambio non ha ottenuto nulla. Così è.



"Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa; chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola" Giovanni Falcone. 








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